Pd: Non possiamo lasciare i massoni alla destra. Comme les magistrats

Una commissione di tecnici ha elaborato un codice deontologico. Lo hanno discusso in una dozzina di sedute plenarie. Il dibattito è stato anche acceso. Uno dei punti più sensibili era l’appartenenza alla massoneria, vista la presenza di associati tra i componenti dell’organizzazione. Alla fine si è trovata una mediazione. L’articolo 23 recita:

Le magistrat s’abstient de se soumettre à des obligation ou contraintes de nature à restreindre sa liberté de reflexion et d’action et de porter atteinte à son independence.

Nessuna sottomissione a obblighi o vincoli che limitino la libertà di azione e che mettano a rischio l’indipendenza. Stiamo parlando però del Consiglio superiore della magistratura francese. La vicenda, raccontata oggi da Le Monde, può ricordare la recente bega del Partito democratico.

La prima versione dell’articolo faceva direttamente riferimento a «l’adesione dei magistrati a sette o movimenti filosofici caratterizzati da una solidarietà occulta tra i loro membri» che avrebbe «messo a rischio la loro indipendenza e la fiducia dell’opinione pubblica nell’istituzione giudiziaria». Nella versione definitiva le allusioni alla massoneria sono state cancellate, anche se altri articoli mettono in guardia da taluni «engagement philosophiques». Tra i giudici francesi c’era chi voleva essere più duro, un po’ come Fioroni nel Pd.

Aggiornamento: E quelli dell’Opus dei? La querelle continua. A quanto ci risulta, invece, i magistrati francesi non devono fare i conti con numerari e soprannumerari.



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