Milano, Torino, Bologna: parlano gli assessori

Tre interviste agli esponenti delle giunte Pisapia, Fassino e Merola: Marco Granelli, assessore alla sicurezza di Milano; Elide Tisi, delega ai servizi sociali a Torino; Amelia Frascaroli, responsabile del welfare bolognese.


Chi sono i nuovi assessori al sociale?

(da Vita, 24 giugno 2011)

La sicurezza di Milano nelle mani di un ex dipendente della Caritas. Il sindaco Giuliano Pisapia ha scelto di affidare la delicata delega a Marco Granelli, già presidente di CSVnet (Coordinamento nazionale dei centri di Servizio per il Volontariato) e dipendente di Caritas Ambrosiana in aspettativa. Granelli, oltre a essere già  consigliere comunale per il Pd, dal 1999 al 2004 è stato presidente del settore sociale di Confcooperative a Milano e dal 2000 al 2005 nel consiglio di presidenza di Federsolidarietà Lombardia. Per Milano sarà un bel salto, il suo predecessore, l’ex vicesindaco Riccardo De Corato, menava vanto degli «oltre 500 sgomberi di campi rom». Granelli, che avrà anche le deleghe su coesione sociale, volontariato e protezione civile, ha già fatto capire che la sua linea sarà diversa.
Pisapia è uno dei sindaci che più ha dato peso alle “quote social”: la sua vice, infatti, è Maria Grazia Guida, 56 anni, direttrice della Casa della Carità e presidente dell’Associazione CeAS (Centro Ambrosiano di Solidarietà) dal 2004. Eletta nelle liste del Pd, si occuperà anche di educazione, rapporti con il consiglio e attuazione del programma.
Anche la numero due del comune di Trieste ha alle sue spalle una lunga esperienza nel volontariato: è Fabiana Martini, 41 anni, sposata, tre figlie, è una giornalista professionista. Oltre ad essere vicesindaco, sarà anche assessore alla sicurezza, polizia urbana, comunicazione, trasparenza e partecipazione. La Martini, per quasi dieci anni direttrice responsabile del settimanale ”Vita Nuova”, è stata la prima donna laica ad assumere la guida di un periodico religioso in Italia.
A Bologna un’altra donna, Amelia Frascaroli ha voluto occuparsi a tutti i costi di Servizi sociali. Il neosindaco Merola le aveva offerto il ruolo di vice, ma lei non ha sentito ragioni: «Io so fare solo quello, il welfare, inutile chiedermi di occuparmi di altro», ha detto. Le polemiche sulla sua nomina sono arrivate inaspettatamente proprio dal mondo di cui dovrebbe essere espressione. Sono state infatti le Acli e la Caritas (organizzazione guidata in passato proprio dalla Frascaroli) a manifestare immediato scetticismo. Dalle Acli hanno commentato: «Dice che è competente? Verificheremo». Il direttore attuale della Caritas ha rincarato: «Alla Caritas non era mica una volontaria. Prendeva lo stipendio. Se qualcosa non va, lo diremo. Carità è anche non tacere». Amelia, come la chiamano tutti, ha fatto spallucce: «Certe polemiche sono fantascienza. Parlino pure, per me conta solo se mi chiama il vescovo e mi dice che faccio delle sciocchezze. Altrimenti passo oltre».
Le prime grane arrivano anche per il suo collega napoletano fresco di nomina, Sergio D’Angelo, assessore alle politiche sociali della giunta De Magistris. Per molti è un caso di «conflitto d’interessi». D’Angelo è infatti il presidente di Gesco, consorzio di cooperative sociali attivissimo nel settore dell’assistenza anche a Napoli. Gesco ha lavorato, e tanto, per il Comune di Napoli. E D’angelo ora dovrà dirigere al meglio anche la società pubblica del comparto, la Napoli Sociale. L’assessore si è già dimesso dagli altri incarichi, ma i critici, soprattutto di area Cisl e vicini al cardinale Sepe, aspettano di vedere quale sarà il suo operato.


I nuovi signori delle preferenze

Chi ha vinto le ultime elezioni? I candidati tra i 20 e i 35 anni. I dati mostrano che se possono, gli elettori scelgono i più giovani. Accade soprattutto nelle grandi città in cui il centrosinistra ha ottenuto buoni risultati.

A Torino il più votato del Pd è stato Stefano Gallo, 34 anni, con 2415 voti. Ingegnere informatico, ha giù una legislatura alle spalle. Il primo arrivato di Sel, invece è Michele Curto, 31 anni, 2225 voti, a lungo responsabile di Libera per l’Europa. A Bologna, dietro i big Cevenini e Frascaroli, i primi sono Andrea Colombo, 26 anni, 1306 voti, già consigliere di zona, e Cathy La Torre, 30 anni, 810 voti,  avvocato impegnato soprattutto nella difesa dei diritti degli omosessuali. A Milano nel Pd il primo dei non-archistar è Pierfrancesco Maran, 30 anni, già consigliere comunale, 3530 voti che lo hanno portato più in alto di molti altri esponenti dalla più lunga carriera politica. Nella civica per Pisapia prima è arrivata Anna Scavuzzo, 34 anni, 1044 voti, insegnante nella scuola primaria e scout. Nel mezzo flop del terzo polo l’unica che sorride è la 25enne Sara Giudice, meglio nota come l’anti Minetti, è lei la prima nella lista del Nuovo polo con 1058 preferenze. (Per non parlare poi delle percentuali dei candidati sindaci grillini: Mattia Calise, 20 anni, 3,23 % a Milano e Massimo Bugani, 33 anni, 9,5 a Bologna).

Come si cambia classe dirigente? Votandone una nuova. Usando le preferenze, uno strumento che in Italia si è spesso associato alla politica peggiore. Oggi, invece, quando la legge elettorale non lo impedisce i cittadini se ne servono in modo significativo: votano soprattutto giovani. Tra i consiglieri eletti ci sono gli esordienti e gli esperti; alcuni hanno già una carriera politica avviata, altri vengono dal mondo del volontariato, ad esempio.

Come possono farsi spazio i giovani in politica? Facendosi votare. Prendere molte preferenze in una grande città è una delle cose più difficili del mestiere di politico – a meno di non usare il voto di scambio o di essere omonimi di leader politici nazionali. Richiede un lavoro capillare, bisogna convincere centinaia di persone a scrivere il proprio nome sulla scheda. Servono, ma non bastano, i social network e la bella faccia sui manifesti; è necessario riuscire a ottenere la fiducia di chi vota. Contano poco le rese dei conti interne ai partiti.

(Qualcuno potrebbe avanzare l’obiezione qualunquista: sono giovani ma sono stati cooptati dai vecchi gruppi dirigenti, sono copie in piccolo dei leader attuali. Ammettiamo anche sia così. Rimarrebbe il fatto – credo senza precedenti recenti – che nella peggiore delle ipotesi un elettore preferisce la copia giovane all’originale anziano. Non vuol dire proprio nulla?)


Dicastero

Assessore nella giunta della Moratti? No, ho già preso un impegno coi lombardi. Pero’ eventualmente mi interesserebbe seguire il dicastero delle politiche giovanili: di queste cose non se ne può occupare un cinquantenne.

Renzo Bossi, dal suo blog


Elezioni: la mappa dei candidati «sociali»

A Milano se ne contano 28, 38 a Torino, 17 a Bologna e 32 a Napoli. Le liste a sostegno dei candidati sindaco per le prossime amministrative riempiranno schede elettorali larghe quanto lenzuola. Una lunga fila di simboli, elenchi di centinaia e centinaia di aspiranti consiglieri comunali. Quanti di questi vengono dal mondo del sociale?

Milano La sfida Moratti – Pisapia si gioca anche tra le liste civiche. Per il sindaco uscente, c’è il simbolo di Milano al centro, dove si trovano i nomi di Ana Paula Giolli, presidente del movimento  interculturale «Donne in Cammino», Claudio Marcellino, insegnante e presidente del Forum Milanese delle associazioni per la famiglia e Franco Lisi, non vedente responsabile del Centro Informatico dell’Istituto dei Ciechi. Nel centrosinistra tra i civici di Milano per Pisapia ci sono Franco Bomprezzi, collaboratore di Vita e portavoce di Ledha – Lega dei diritti dellepersone con disabilità, l’educatrice Agesci Anna Scavuzzo e Fernanda Werner, avvocato e mediatrice di conflitti.  Ma anche i partiti hanno lasciato qualche posto agli esterni, il Pd infatti candida Rosaria Iardino, fondatrice di Nps, il network italiano delle persone sieropositive, e Giovanna Menicatti, presidente di Apm Parkinson Lombardia. E il candidato democratico più giovane è il 24enne Emanuele Lazzarini, volontario Acli.

Napoli Tra gli oltre mille candidati al consiglio comunale molti nomi controllati dai locali boss delle preferenze. Le eccezioni si trovano nella lista Le competenze per Napoli, a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Mario Morcone, già responsabile dell’agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata. Per lui si spenderanno l ’ex preside Alessandro Filia, oggi figura di spicco nelle associazioni  del capoluogo campano, e Domenico Di Pietro, vicino a Tano Grasso per le battaglie antiracket. I movimenti di protesta contro le discariche hanno trovato casa al fianco di Luigi De Magistris: nella sua lista Napoli è tua c’è Pietro Rinaldi, uno dei leader dei contestatori di Chiaiano.

Torino Tra gli aspiranti consiglieri che sostengono il favorito Piero Fassino con il simbolo del Pd si trova Fosca Nomis, vicepresidente della sezione italiana di Amnesty International. Per Sel corrono Michele Curto di Flare, associazione vicina a Libera, e Alessandro Mostaccio, del Movimento Consumatori. Tra i sostenitori del terzo polo, invecem si colloca Raffaele Donato, impegnato da 15 anni al Sermig. Molti esponenti del movimento No Tav invece si trovano sotto le insegne della Federazione della Sinistra, a partire dal candidato sindaco Juri Bossuto.

Bologna Qui L’associazionismo cattolico si divide tra destra, centro e sinistra. Per il Pdl c’è Valentina Castaldini, già consigliere per una legislatura, lavora per l’Asp, l’associazione dei poveri bisognosi. Il terzo polo invece ospita alcuni delusi del Pd di area popolare, come Lina Delli Quadri, una lunga esperienza come operatrice sociale nelle parrocchie della città. È rimasta tra i democratici Marina Accorsi, impegnata nella Caritas e nella Croce Rossa Italiana. Ma l’esperimento più coraggioso è quello della lista Amelia per Bologna. In teoria ci sono i simboli di Sel e dei Verdi, in pratica la quasi totalità dei candidati si è fatto le ossa nel sociale, fuori dai partiti. A partire dalla capolista Amelia Frascaroli, ex direttrice della Caritas, venti nomi di personalità impegnate nel sociale da anni: dalla cantautrice impegnata sui temi della disabilità Antonietta Laterza ad Aziz Fattah, imprenditore e mediatore culturale.

(dall’ultimo numero di Vita)


Pio Albergo Trivulzio Reloaded

Anche quest’anno la città di Milano ricorda uno dei suoi momenti fondativi. Il 17 febbraio 1992, il giorno dell’arresto di Mario Chiesa, inizio di Mani Pulite. L’anno scorso, proprio in questo periodo, veniva arrestato il consigliere comunale Camillo «Milko» Pennisi, che intascava una tangente da 10mila euro in Via Montenapoleone mentre al telefono programmava il weekend a Forte dei marmi. Quest’anno la celebrazione si fa ancora più filologicamente corretta, con lo «scandalo» degli affitti ai politici delle case di proprietà del Pio Albergo Trivulzio. Dove tutto aveva avuto inizio.

Un anno fa qui c’era un post su  come era andata quel giorno del ’92. Alcuni dei protagonisti avevano raccontato, il carabiniere che aveva svolto l’operazione, Roberto Zuliani, aveva detto:

Una normalissima operazione di servizio, non immaginavamo sviluppi particolari, nessuno aveva l’idea di quello che sarebbe accaduto dopo

(continua a leggere)


Meglio ‘na canzone

«Eventi»: Dal sito del teatro degli Arcimboldi:

Mariano Apicella è divenuto noto per essere l’interprete delle canzoni scritte da Silvio Berlusconi, nonché per essere figlio del cantante Tonino Apicella.
Fan di Peppino Gagliardi e Roberto Murolo ha iniziato la carriera in un ristorante di Abu Dhabi.

Il 10 marzo in concerto, biglietti da 20 a 45 euri. A disposizione 2400 posti, c’è da affrettarsi.


«Le decisioni non possono che essere accompagnate dalla riflessione e dalla meditazione. Se si è fatto questo, la coscienza è tranquilla»

Quando era piccolo che cosa avrebbe voluto fare da grande? «Il cardinale». Scrittore preferito? «Italo Calvino». Cantante della vita? «Frank Sinatra». Il ricordo più bello? «Quando sono nati i miei figli». Il più brutto? «L’invasione di Praga». Squadra del cuore? «Lo scriva a caratteri maiuscoli: INTER».

Riccardo Sarfatti rispondeva così alle domande de Il Giornale nell’aprile del 2005, alla vigilia dello scontro elettorale con Roberto Formigoni per la presidenza della Lombardia.
Oggi a Milano è difficile parlare di politica, continuare ad occuparsi delle primarie. I tre candidati ieri hanno ricordato il politico scomparso. Il Partito Democratico commemorerà Sarfatti stasera alle 20, nello Spazio Coop della Festa Democratica di Lampugnano.
(La frase del titolo è la risposta che Sarfatti diede anni fa alla poetessa Patrizia Valduga)


Primarie a Milano: l’agenda del giorno – 66

Caro elettore milanese di centrosinistra, ti senti disorientato? Non sei abituato ad avere l’imbarazzo della scelta? Tre candidati sono troppi? Esisti? Le primarie sono il 14 novembre, mancano due mesi e tu devi decidere. Non ti agitare, C’è solo la strada ti viene incontro e, a partire da oggi, diventa un blog di servizio. Ogni giorno, di primo mattino, un post con gli appuntamenti dei candidati. Così tu ti orienti, esci, ascolti e in sessantasei giorni maturi una decisione serena e consapevole.

Stefano Boeri «dalle 22,30 alle 23 oggi sarò ospite di Telelombardia per un’intervista», scrive l’architetto via twitter.

Valerio Onida (tace)

Giuliano Pisapia:  Incontro con i ragazzi dell’associazione 11 metri, all’arci Bitte, in via Watt 37, dalle 20.30 alle 23. Titolo: «Lui chi è?».
Vuoi sapere chi ci va? Questa è la pagina facebook dell’evento.


Le primarie a Milano: il terzo gode

Ieri sera il costituzionalista Valerio Onida, 74 anni, ha presentato la sua candidatura alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Milano, mettendo in qualche difficoltà il candidato sostenuto dal Pd, l’architetto Stefano Boeri, 44 anni. Nel frattempo, per il terzo uomo – il primo a farsi avanti – l’avvocato Giuliano Pisapia, 61 anni, era «una serata ideale da trascorrere in casa», come scrive sul suo diario online, nel post «Serata di autunno precoce, quella di ieri…». Mentre la sinistra moderata e riformista si divideva, Pisapia si godeva la pace domestica. Ecco un brano dal blog dell’avvocato:

Il caso ha voluto che proprio ieri, serata anche di partita dell’Italia, saltasse l’incontro che avevo programmato e alle nove e mezza della sera mi ritrovassi libero. Libero di fare quattro passi, di togliere la giacca e di sprofondarmi, finalmente!, sul divano.

Confesso che questa è una delle mie perversioni: invece che a tavola, mi piace da morire pranzare seduto sul divano. Sarà che arrivo alla sera stremato,  ma mangiare senza dover essere costretto a stare composto – come ci insegnavano da bambini: «stai composto, a tavola!»  – è una delle cose che mi rilassa di più.  Non sempre mi è concesso: ma in questi mesi anche la mia vita familiare si piega al mio impegno politico e, ammetto, sono molto tolleranti. Dunque la serata è andata proprio come piace a me: un bicchiere di prosecco per aperitivo, un piatto di pasta, del formaggio di un alpeggio della Val Formazza e una créme caramel. Sarà che non facevo un pasto casalingo da settimane, ma la puttanesca di ieri sera superava tutte quelle che ricordo. La nostra ricetta è semplice: acciughe e un profumo di aglio, quindi i pelati e le olive nere (ma, attenzione, devono essere quelle al forno) insieme ai capperi. Una bontà.