La fiducia della Polidori: sul suo sito era già tra Fini e Berlusconi

A ben guardare le mosse della finiana (chi é? Lo spiega Il sole 24 ore) che ha votato la fiducia si potevano intuire. Sul suo sito ad esempio si mostra tutta la sfuggente identità politica della deputata. In alto il logo di Fli, sotto una foto con Berlusconi. Si verificano inoltre fenomeni al limite del paranormale, muovendo il cursore all’altezza del nome si illumina un alone circolare biancastro, cliccandovi si arrivi dritti dritti al sito del Pdl. Il logo del partito del premier era già lì, nell’ombra, a presagire le evoluzioni della giornata. A Bocchino e Granata per farsi venire qualche dubbio in più forse sarebbe stato sufficiente un giro nella homepage, magari avrebbero evitato la sorpresa di stamattina.
L’ultima news segnalata dall’onorevole Polidori è la seguente:

POLIDORI, NESSUNA MIA PERPLESSITA’, GRUPPO FLI COMPATTO

Aggiornamento: il sito ora risulta «in manutenzione» nella home page, le altre pagine sono ancora navigabili. L’onorevole Polidori ci scrive (nei commenti qui sotto): «Sulla home non si entra ma il forum e [sic] accessibile e disponibile per i vostri commenti: http://www.catiapolidori.it/Forum.asp». Una scelta coraggiosa da parte della deputata, visto il tono di gran parte degli interventi nel forum. Muovendo il cursore nei paraggi delle prime lettere del nome trovate il link, già presente stamattina, al sito Pdl.


Il finiano Paglia: Caliendo è una brava persona. E sulla P3 ha ragione Alfano. Nel Pdl anche Fini avrebbe votato no alla sfiducia

per Vita.it

Gianfranco Paglia è uno dei deputati del gruppo Futuro e libertà per l’Italia. Con una storia personale non comune. Militare, sottotenente paracadutista, nel 1993 è in missione in Somalia. A Mogadiscio, nel corso della cosiddetta battaglia del pastificio, viene ferito e perde l’uso delle gambe. Nel 2008 entra in politica, eletto con il Pdl in Campania. Negli ultimi giorni l’adesione al gruppo dei finiani.

Alla camera si discute la sfiducia al sottosegretario Caliendo, coinvolto nello scandalo P3. Come voterà?
Mi asterrò, seguendo la decisione del gruppo. Anche se trovo che la mozione sia strumentale e il sottosegretario non dovrebbe in alcun modo dimettersi. Su di lui non c’è praticamente nulla. Avrà commesso al massimo la leggerezza di andare a cena con qualcuno che non conosceva bene.

È d’accordo con Alfano che dice che l’inchiesta è una «costruzione di taluni pm e di certa sinistra»?
La penso anch’io così. Sarebbe pericoloso far dimettere qualcuno non appena la magistratura dice qualcosa. Non si può negare il fatto che ci sono giudici politicizzati. Se fossi ancora nel Pdl avrei votato contro la sfiducia, senza dubbi. Conosco personalmente Caliendo e so che è una brava persona.

Per questo si astiene?
L’atteggiamento del gruppo è quello di tutelare il sottosegretario. Senza la scissione molti di noi, compreso il presidente Fini, avrebbero votato convintamente No alla mozione.

Lei non avrebbe mai votato con il Pd quindi?
Per la mia coscienza sarebbe impensabile.

Durante la discussione della Manovra finanziaria l’atteggiamento del Governo sui disabili è stato piuttosto altalenante. Ha influito anche questo sulla sua uscita dal Pdl?
No, sono sempre stato tranquillo. Lo stesso Tremonti mi avveva rassicurato: i tagli non ci sarebbero stati. Su certi temi le divisioni non hanno senso, on questi giorni in commissione cultura stiamo lavorando ad un disegno di legge bipartisan sulle disabilità. Per far conoscere che cos’è la disabilità, attraverso le scuole e le università. E la proposta è stata firmata da tutti i capogruppo.


i cesaroni

“Dobbiamo essere come la moglie di Cesare”.

Così ha sempre detto Gianfranco Fini. Ma ora che abbiamo capito chi è Cesare, finalmente sappiamo anche che cosa farà il presidente della Camera. Divorzio, una causa milionaria e vacanza a Formentera.


Chiudi gli occhi e vai in Africa

E’ finalmente giunto il momento di Fare futuro. In Africa.
I finiani hanno votato la legge bavaglio. Critiche da sinistra, loro si difendono: «Ha prevalso la linea del confronto», scrive la direttrice del Secolo, Flavia Perina.
Nel frattempo forse qualcuno pensa di riparare su altri lidi. Così, qualche giorno fa, è stato presentato l’ultimo numero di Charta minuta, il bimestrale della fondazione. Titolo: La strada dell’Africa. L’intervento del direttore Adolfo Urso: «è qui che si decidono gli assetti del futuro».

Capita che i politici italiani pensino all’Africa. Soprattutto nei momenti avversi. La tendenza nasce con Veltroni, prosegue con Prodi. Sembrava esclusiva dei leader accantonati del centrosinistra. Forse, come suggerisce Vita, Gianfranco Fini potrebbe rompere gli schemi ancora una volta.