Quel che resta della Lega
Pubblicato: 05/05/2012 Archiviato in: Politics | Tags: Belsito, lega nord, Provincia di Bergamo, Renzo Bossi, Rosy Mauro, Silvana Saita, Sindaco di Seriate, Toni Iwobi, Trota, Umberto Bossi Lascia un commentoStoria di copertina di Vita del 20 aprile. C’è una Lega migliore di quella di Belsito, Trota e Rosy Mauro?
Viaggio nel pianeta Varese
Pubblicato: 10/10/2011 Archiviato in: Politics | Tags: cerchio magico, Congressi Lega, lega nord, Lega Varese, Marco Reguzzoni, maroniani, Roberto Maroni, Umberto Bossi, varese Lascia un commento«Lega, un bossiano segretario a Varese ma la base protesta: non è stato votato», «Spintoni e tessere strappate. Critiche al leader: basta capetti», «Varese, i delegati della Lega insorgono contro Bossi e lui li definisce “fascisti”», e ovviamente «Il malumore dei leghisti si diffonde in rete, ma Radio Padania “taglia”». In questi giorni tutti si sono occupati della culla della Lega Nord. Qualcuno cade in tentazione, come nota Matteo Bordone:
Qualche tempo fa un amico che lavora in un giornale mi raccontava che da loro in redazione a Milano ogni tanto arriva una telefonata dall’ufficio centrale di Roma: vogliono “il Pezzo del Becero Leghista”. Il Pezzo del Becero Leghista è il pezzo che abbiamo letto tutti decine di volte sui giornali di questi anni, quello che descrive il Varesotto (o altri posti del Nord) come una terra di abietto egoismo gutturale.
I malumori però covavano da tempo. Qualche settimana fa mi ero occupato anch’io dei turbamenti dei leghisti varesini (il 23 settembre, per Vita), ne era venuto fuori questo:
(grafico: crockhaus)
«Occupiamo l’Emilia». Il documentario che racconta l’avanzata della Lega nelle regioni rosse
Pubblicato: 01/09/2010 Archiviato in: In basso a destra, Politics | Tags: Emilia, Emilia Romagna, Giulio Tremonti, lega nord, Modena, Occupiamo l'Emilia, Regioni rosse, Umberto Bossi 3 commentiDell’argomento qui ce ne eravamo già occupati tempo fa. Ora arriva un documentario (qui il trailer) realizzato tra maggio e giugno da tre giornalisti modenesi, Stefano Aurighi, Davide Lombardi e Paolo Tomassone. Come riporta l’Ansa, i tre autori hanno girato il film a loro spese (1.500 euro con l’ aiuto dello studio Slow Motion e del centro della sinistra cattolica F.L. Ferrari di Modena) con un viaggio da Piacenza a Rimini e anche una puntata a Pontida, il 20 giugno. Il documentario di 80 minuti è stato presentato in anteprima a Modena e gli autori sono in contatto con alcuni editori per distribuirlo in dvd. La tesi idell’inchiesta è che in Emilia-Romagna la Lega ormai è sul territorio e c’è una sorta di continuità tra vecchio Pci e Carroccio. Le voci degli intervistati sembrano confermarla. Tre esempi:
Sono sempre stato di sinistra, come penso la maggior parte degli operai, ma adesso non esiste più, per questo mi sono avvicinato alla Lega. Che in fondo cosa chiede: rispetto delle regole e legalità.
A Reggio Emilia tutti abbiamo parenti di sinistra e veniamo da un mondo di sinistra. La Lega, infatti, non è di destra
Una volta il Pci prendeva i voti al nord mentre al sud vinceva sempre la Dc Anche allora dicevamo: bisognerebbe costruire un muro da Firenze in giù».
Il titolo del film deriva dall’invito che Giulio Tremonti, con Umberto Bossi alla Festa della Zucca di Pecorara (Piacenza) il 31 ottobre scorso, ha fatto tra gli applausi dei militanti che invocavano la secessione dall’Emilia a favore della regione lombarda:
Ho sentito “passiamo in Lombardia”: no, occupiamo l’Emilia.
Se invece uno non si ricorda quello che è stata l’Emilia Rossa – tra Lenin, Orietta Berti e Dossetti – c’è un altro documentario (si ringrazia per la segnalazione la solerte Gaia), realizzato lo scorso anno dagli studenti della scuola di giornalismo di Roma: «Finche l’Emilia va».
Brancher, Calderoli, Tremonti, Bossi. La sera andavamo all’aeroclub
Pubblicato: 28/06/2010 Archiviato in: Le parole degli altri, Politics | Tags: Aeroclub Roma, Aldo Brancher, Corriere della Sera, decentrmento, deleghe, federalismo, Giulio Tremonti, lega nord, legittimo impedimento, ministro, Pdl, Raffaele Fitto, Roberto Calderoli, sussidiarietà, Umberto Bossi Lascia un commento
Bossi era a conoscenza delle deleghe?
«Certo che lo sapeva. La sera prima del giuramento abbiamo cenato insieme, presenti anche Tremonti e Brancher, all’Aeroclub di Roma. In quell’occasione abbiamo festeggiato anche il nuovo ministro».
Roberto Calderoli, intervista al Corriere della Sera
L’aeroclub di Roma è ubicato «presso l’aeroporto dell’Urbe, lungo la via Salaria e all’interno del GRA, contribuisce a rendere estremamente fruibili dai Soci tutte le strutture del Club», si legge sul sito.
Si specifica inoltre:
La nostra stuttura insiste su un aeroporto internazionale, e quello che per alcuni potrebbe sembrare un impedimento al libero godimento di una attività ludica, per noi è un vanto che immerge il pilota socio o allievo, in un mondo che nulla lascia all’improvvisazione ed al pressapochismo
E così Bossi, Tremonti, Brancher e Calderoli, privi di qualsivoglia «impedimento al libero godimento di una attività ludica» la sera di giovedì 17 giugno festeggiavano. «In un mondo che nulla lascia all’improvvisazione ed al pressapochismo». Salvo chiamare il ministero prima in un modo poi in un altro; togliere le deleghe prima ad uno (Bossi) poi all’altro (Fitto). Dalla navigazione nel sito però non si capisce bene dove si facciano le cene e le feste.
Ma comunque, è bene ricordare che l’aeroclub
Fonda le sue radici dal lontano 1904, addirittura prima dell’invenzione dell’aeroplano
«Addirittura». Dei pionieri. Fare un aeroclub ancor prima che fossero inventati gli aerei. Quasi come nominare un ministro senza aver fatto prima l’apposito ministero.
“Ho scritto Padania sulla sabbia”. E sui muri. Quando i giovani leghisti si danno alle “ciulade”
Pubblicato: 13/01/2010 Archiviato in: In basso a destra | Tags: ciulade, Giovani Padani, graffiti, lega nord, Padania, Roberto Maroni, Umberto Bossi, writers 3 commentiChe cos’è una “ciulada”? I nati sotto il Po potrebbero avere qualche difficoltà ad intendere. Dovrebbero chiedere lumi ai Giovani Padani. Se si naviga sul sito del movimento, nel menu “Documenti” all’argomento è dedicata un’intera galleria. Come si rende in italiano l’espressione? “Meglio non tradurre – dice Efrem Brambilla, responsabile dei giovani leghisti della Statale di Milano – è qualcosa che viene fatto di nascosto”. Le immagini dicono di più delle parole.
Scritte sui muri. E “i muri sono i libri del popolo”, Umberto Bossi lo ha sempre detto. “Queste scritte hanno una rilevanza politica – continua Efrem – fotografiamo quello che accade sul territorio, è un modo per mostrare come la Lega sia vicina ai giovani”. Chi sono gli autori delle “performance”? “Spesso sono giovani sconosciuti al movimento, non c’è nessuna direttiva che parte dall’alto”, spiega Efrem. Giovani che sfidano la legge. Il disegno di legge sulla sicurezza dello scorso luglio prevedeva norme dure contro i “writers”, fino al carcere. Ma il titolare del Viminale si è ricordato del suo passato: “sono stato un graffitaro e non voglio la tolleranza zero contro i graffiti”, disse. E le misure si ammorbidirono.
“Stop immigrazione”, “I giovani vogliono la padania libera”, “W Bossi”, “+ figa – Luxuria”, “Le battaglie prima o poi finiscono ma i miei guerrieri vivranno per sempre”, “Umberto ti vogliamo bene”. Questi i messaggi più frequenti, da Friuli, Liguria, Lombardia e Veneto. I ragazzi della Lega però non si limitano alle pareti e ai confini padani. Qualcuno parte da Saronno e si spinge fino in Tunisia, da qui la serie “Ciulade tunisine”. Serie sperimentale rispetto alle altre, su un supporto particolarmente labile: la sabbia.
Forse solo Debord saprebbe come tradurre “ciulada”: “Un momento della vita, concretamente e deliberatamente costruito per mezzo dell’organizzazione collettiva di un ambiente unitario e di un gioco di avvenimenti. Lo scopo è la soddisfazione del desiderio, concretamente e senza sublimarsi nell’arte. La realizzazione del desiderio permette di fare chiarezza sugli istinti primitivi e di superarli”. Così l’internazionale situazionista definiva una “situazione” (da: Internationale situationniste, n. 1, Parigi, giugno 1958).
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