I nuovi signori delle preferenze
Pubblicato: 17/05/2011 Archiviato in: Politics | Tags: Amministrative 2011, Andrea Colombo, Anna Scavuzzo, Bologna, Cathy La Torre, Elezioni, giovani in politica, Massimo Bugani, Mattia Calise, Michele Curto, Milano, Movimento 5 stelle, Pd, Pierfrancesco Maran, preferenze, Sara Giudice, Sel, Stefano Gallo, Terzo Polo, Torino 4 commentiChi ha vinto le ultime elezioni? I candidati tra i 20 e i 35 anni. I dati mostrano che se possono, gli elettori scelgono i più giovani. Accade soprattutto nelle grandi città in cui il centrosinistra ha ottenuto buoni risultati.
A Torino il più votato del Pd è stato Stefano Gallo, 34 anni, con 2415 voti. Ingegnere informatico, ha giù una legislatura alle spalle. Il primo arrivato di Sel, invece è Michele Curto, 31 anni, 2225 voti, a lungo responsabile di Libera per l’Europa. A Bologna, dietro i big Cevenini e Frascaroli, i primi sono Andrea Colombo, 26 anni, 1306 voti, già consigliere di zona, e Cathy La Torre, 30 anni, 810 voti, avvocato impegnato soprattutto nella difesa dei diritti degli omosessuali. A Milano nel Pd il primo dei non-archistar è Pierfrancesco Maran, 30 anni, già consigliere comunale, 3530 voti che lo hanno portato più in alto di molti altri esponenti dalla più lunga carriera politica. Nella civica per Pisapia prima è arrivata Anna Scavuzzo, 34 anni, 1044 voti, insegnante nella scuola primaria e scout. Nel mezzo flop del terzo polo l’unica che sorride è la 25enne Sara Giudice, meglio nota come l’anti Minetti, è lei la prima nella lista del Nuovo polo con 1058 preferenze. (Per non parlare poi delle percentuali dei candidati sindaci grillini: Mattia Calise, 20 anni, 3,23 % a Milano e Massimo Bugani, 33 anni, 9,5 a Bologna).
Come si cambia classe dirigente? Votandone una nuova. Usando le preferenze, uno strumento che in Italia si è spesso associato alla politica peggiore. Oggi, invece, quando la legge elettorale non lo impedisce i cittadini se ne servono in modo significativo: votano soprattutto giovani. Tra i consiglieri eletti ci sono gli esordienti e gli esperti; alcuni hanno già una carriera politica avviata, altri vengono dal mondo del volontariato, ad esempio.
Come possono farsi spazio i giovani in politica? Facendosi votare. Prendere molte preferenze in una grande città è una delle cose più difficili del mestiere di politico – a meno di non usare il voto di scambio o di essere omonimi di leader politici nazionali. Richiede un lavoro capillare, bisogna convincere centinaia di persone a scrivere il proprio nome sulla scheda. Servono, ma non bastano, i social network e la bella faccia sui manifesti; è necessario riuscire a ottenere la fiducia di chi vota. Contano poco le rese dei conti interne ai partiti.
(Qualcuno potrebbe avanzare l’obiezione qualunquista: sono giovani ma sono stati cooptati dai vecchi gruppi dirigenti, sono copie in piccolo dei leader attuali. Ammettiamo anche sia così. Rimarrebbe il fatto – credo senza precedenti recenti – che nella peggiore delle ipotesi un elettore preferisce la copia giovane all’originale anziano. Non vuol dire proprio nulla?)
Forse è meglio quando paga in contanti
Pubblicato: 29/10/2010 Archiviato in: Politics | Tags: Anna Maria Cancellieri, assegno Berlusconi, berlusconi, Bologna, Mario Mantovani Lascia un commentoQuesto è l’assegno che il commissario al comune di Bologna Anna Maria Cancellieri si è vista recapitare ieri dal sottosegretario alle infrastrutture Mario Mantovani. I soldi sono destinati all’edilizia scolastica.
“A Bologna i leghisti hanno già vinto”. Parola di geografo californiano
Pubblicato: 20/05/2010 Archiviato in: Politics | Tags: Bologna, Bossi, Elezioni Regionali, Emilia Romagna, lega nord, Michael Shin, Pci, Pd, Pdl, Regioni rosse, Rimini, Sindaci, Sinistra, Ucla 2 commentiDa Los Angeles l’Italia si vede meglio. Michael E. Shin, 40 anni, insegna nel dipartimento di geografia della UCLA, da vent’anni studia la politica italiana. È un esperto di Lega Nord e «zona rossa» in particolare. Parla e scrive in un buon italiano e nel tempo libero gioca a golf. Di recente ha partecipato a Bologna al convegno organizzato dall’Itanes 1990 – 2010 La Lega. 20 anni dopo. Nel 2008 aveva curato il volume Berlusconi’s Italy. Qui si possono leggere i suoi papers.
Perché il professor Shin si interessa alla politica italiana? « È una storia di molti viaggi, tante persone importanti e un po’ di fortuna», dice. Intanto in questi giorni la Lega ha incassato il federalismo demaniale e di recente si è parlato di un candidato sindaco leghista a Bologna. Il geografo californiano ci spiega come la vede.
Quali sono i motivi del successo della Lega?
Alle ultime regionali sono stati tre i fattori più importanti Innanzitutto, la Lega è l’unico partito che ha un programma e un messaggio chiaro e rilevante per gli italiani, per esempio sulla sicurezza e l’immigrazione. La Lega ha anche una leadership stabile e molto conosciuta da alcuni anni, si pensi al ruolo di Maroni. Qual è invece il messaggio della sinistra? Boh… Anzi, chi sono i leader della sinistra? Boh… Questo è il secondo punto, per cui la sinistra italiana ha perso, senza messaggi rilevanti e senza una vera leadership. Infine, i guai di Berlusconi. Personali e politici, per esempio la tensione nel Pdl con i finiani. Si è creata così una situazione per cui la Lega è un’opzione veramente legittima a destra. In questo senso, il successo della Lega in realtà viene da due storie: la storia della Lega, e un la storia della competizione, anzi, della mancanza di competizione.
Come si spiega il buon risultato nell’Italia centrale?
Nella zona rossa, soprattutto in Emilia Romagna, mi sembra che la sinistra sia stata battuta dalla Lega al gioco locale che storicamente la sinistra ha dominato. Le attività e le reti dei leghisti sono abbastanza giovani in confronto a quelle della sinistra. Infatti, le differenze fra la Lega e la sinistra corrispondono alle differenze tra generazioni.
La sinistra è in crisi nella zona rossa?
Sì, la sinistra italiana è ancora in crisi. Senza messaggio, senza leadership, senza un occhio al futuro. Non è un partito e non è un movimento. Che cosa è la sinistra italiana in questi giorni? Esiste più la zona rossa? No, non è più rossa. Forse adesso bisognerebbe chiamarla zona «un po’ meno rossa»
La Lega annuncia candidati sindaci a Bologna e Rimini. Possono vincere?
Non credo che i candidati della Lega possano vincere a Bologna o Rimini. Però io pensavo anche che la Lega fosse quasi finita dopo le elezioni di 2006! Quindi, mai dire mai… Quello che è importante è il fatto che la Lega sia riuscita a mettere un candidato in questi luoghi storicamente rossi. Questa è già una vittoria per il Carroccio.
Bologna senza sindaco. È la fine di un modello?
Forse è l’inizio della fine dell’egemonia della sinistra a Bologna. È il cambiamento da un modello ad un altro modello. Diverso, ma non troppo.
La politica secondo Renzo Imbeni: “Il modo migliore per rendere più giusto il mondo”
Pubblicato: 22/02/2010 Archiviato in: Uncategorized | Tags: Bologna, Renzo Imbeni, Sindaco Lascia un commentoSe oggi si dice “sindaco di Bologna”, vengono in mente segretarie, bancomat e scenari da commedia sexy all’italiana. Oppure burberi papà pendolari e improvvidi coprifuoco. Non è sempre stato così.
Renzo Imbeni è morto il 22 febbraio 2005 . A Palazzo d’Accursio dal 1983 al 1993, è stato uno dei sindaci più amati dalla città delle due torri.
Pubblico qui un contributo di Flavio Bini.
Cinque anni fa se ne andava Renzo Imbeni, ex sindaco di Bologna ed ex vicepresidente del Parlamento Europeo. Un anno prima che se ne andasse, per ragioni che risparmio ora, gli avevo scritto una lettera in preda alle pulsioni giovanili sul senso della partecipazione alla vita pubblica che, molto sinteticamente, si concludeva con questa domanda :
“Vale la pena oggi per un ragazzo di 19 anni credere nella politica?”
Qualche mese dopo, mi era arrivata questa risposta. Leggere, rileggere e riflettere, soprattutto sulle ultime righe.Flavio Bini
Bologna 6 settembre 2004
Caro Flavio,
ho visto solo ora la tua lettera del 29 luglio scorso. Ti scrivo dunque con un po’ di ritardo, ma spero di essere scusato. Nelle frasi che hai ascoltato durante la puntata di Report c’è un po’ la sintesi di ciò che io ho sempre pesato a proposito della politica. Nonostante l’opinione prevalente nettamente contraria per me resta il modo migliore attraverso il quale una persona può dare il suo contributo a rendere più giusto il mondo, i rapporti fra le persone, il funzionamento delle istituzioni pubbliche e del sistema economico-sociale. Io mi considero fortunato poiché ho incontrato questa possibilità in un’epoca (gli anni ’60) di forti idealità (libertà e indipendenza dei popoli, decolonizzazioni) e ho potuto guardare in faccia la realtà senza restare ingabbiato in assurdi ideologismi che obbligavano a scegliere fra un socialismo realizzato in cui non c’era né libertà, né giustizia sociale e un capitalismo che copriva le peggiori nefandezze di molti dei suoi paesi; e sono sfuggito alle sirene di un estremismo che ha attirato tanti miei coetanei su una strada che credevano più coerente e rapida (Vietnam rosso, non, come era giusto, Vietnam libero) ed invece è stato un velo che impediva di guardare la realtà. Per ciò che essa era davvero.
Questa “vaccinazione” iniziale mi ha permesso di essere coerente con me stesso: gli ideali sono gli stessi di 40 anni fa; mi ha permesso di assumere importanti responsabilità di partito e istituzionali (Sindaco di Bologna e deputato europeo) senza mai pensare che la politica si possa ridurre a gestione del potere e senza mettere il mio interesse personale sopra quello che io ho creduto e credo più ampio, dei cittadini e delle istituzioni che li rappresentano.
Ho usato la parola ideali anche perché ho notato il tuo riferimento all’idealismo di coloro che hanno la tua stessa età.
Ho seguito ovviamente con grande interesse i movimenti giovanili che si sono manifestati sui temi della globalizzazione e della pace. C’è chi ne ha fatto un uso strumentale contro questo e quel partito; c’è chi ha tentato di introdurvi il metodo della violenza; c’è chi ha pensato che si potesse davvero dire no alla globalizzazione per poi accorgersi che su questo schematico no si poteva trovare in cattiva compagnia (nazionalismo ed estrema destra). Ma nonostante questo, l’essenziale di questo movimento è positivo, è un no alla guerra e un no alle ingiustizie globali: e tutto ciò può essere una energia duratura per un futuro impegno politico, futuro del quale faccia parte capacità di analisi già accennata, capacità di proposta, di progetto, di alleanza con chi non la pensa come te, ma che ha idee che possono camminare insieme alle tue nell’ambito di progetti comuni.
Ovviamente l’impegno politico può prendere quantità di tempo diversi, e ciò dipende dalla volontà di ciascuno, combinata con il caso, le vicende dell’associazione che si è incontrato e nella quale si è deciso di fare la propria parte. Sono stati parecchi ai miei tempi ad essere “trascinati” dalla scelta della politica a tempo pieno e molti, come me, sono laureati mancati proprio per questo motivo.
E’ sempre arduo dare consigli, ma penso che sarebbe meglio per te combinare il massimo impegno nello studio delle scienze internazionali con un’attività politica volontaria dove puoi dare il tuo contributo e trovare anche qualche soddisfazione. La cosa importante è che la passione sia tutt’uno con il disinteresse personale. Io penso che se a 20 anni avessi avuto in testa “una politica che è solo far carriera” (sono parole della canzone di Guccini “Dio è morto”) avrei scoperto solo il lato oscuro della politica e avrei poi fatto rapidamente altre scelte.
Ecco allora alla fine la risposta alla tua domanda: “Sì, vale la pena!” Ma con l’avvertenza che la politica è fatta di tanti aspetti, può permetterti incontri ed occasioni straordinarie, ma può provocare anche delusioni cocenti. Dipende da come la si intende e la si vive. Ma come mi è stato insegnato la politica esiste comunque; se tu non la fai, altri la fanno anche per te. E allora se sei convinto che essere portatore di idee belle e giuste tanto vale che faccia la tua parte, senza delegarle ad altri.
Un caro saluto e molta fortuna.
Renzo Imbeni
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